GOVERNATORI RIELETTI RAE ARGENTINA AL MONDO

Elezioni nelle province di Tierra del Fuego, La Pampa, Salta e San Juan

La giornata di elezioni tenuta domenica in Argentina ha permesso la rielezione dei tre governatori uscenti nelle province di Pampa, Salta e Tierra del Fuego. Un risultato che sorride alla coalizione peronista di centrosinistra del presidente, Alberto Fernandez, a meno di sei mesi dalle elezioni generali: due dei candidati vincenti - Gustavo Melella nella terra del Fuoco e Sergio Ziliotto nella Pampa - vengono direttamente dalle fila del peronismo, e Gustavo Saenz, governatore rieletto a Salta, pur avendo collaborazioni con forze politiche di segno diverso, è comunque considerato vicino al governo centrale. Fernandez, che nel fine settimana ha incassato nuovamente brutte notizie sul fronte dell'inflazioni, sarà oggi proprio nella provincia a celebrare il successo di Ziliotto. Con l'85 per cento delle schede scrutinate, Ziliotto, del Fronte giustizialista pampeano, ha ottenuto il 47,28 per cento dei consensi, oltre cinque punti in più di Martin Berhongaray, candidato del centrodestra (41,68 per cento). Le urne consacrano il controllo che il peronismo esercita sulla Pampa dal 1983, ma le opposizioni, che accorciano di molto le distanze, parlano di risultato storico.

Nella Tierra del Fuego, Melella, è riuscito con il 51,33 per cento dei voti ad evitare il temuto ballottaggio. Forte di una formula che unisce partiti anche lontani fra loro, l'esponente del Partito Forja, alleato al giustizialista ha staccato di netto il conservatore Hector Stefani, fermo all'10,9 per cento. Le opposizioni di centrodestra pagano un'offerta eccessivamente frammentata, con la presenza di due candidati legati ai due alfieri della coalizione Insieme per il cambio (Jxc): Stefani contava sull'appoggio di Horacio Larreta, sindaco uscente della città metropolitana di Buenos Aires, mentre Pablo Daniel Blanco, con il 5,63 per cento, aveva dalla sua l'ex ministro della sicurezza, Patricia Bullrich, esponente dell'ala più conservatrice della coalizione.
Sorpresa ha destato l'alta quota di schede in bianco, il 20 per cento circa, più dei candidati sconfitti, e il terzo posto di Andrea Almiron De Pauli, che ha ottenuto il 7,5% dei consensi, più del doppio di quelli pronosticati da tutti i sondaggi. La Terra del Fuego è la provincia più a sud del Paese e comprende anche il settore antartico argentino e le Isole del sud Atlantico, compreso l'arcipelago delle Malvinas. Il capoluogo è Ushuaia, la caratteristica città alla "Fine del Mondo", nota per il contrasto tra il porto marittimo e le catene montuose completamente innevate alle spalle.
Con oltre il 93 per cento delle schede scrutinate, Saenz ha ottenuto il 47,1 per cento dei consensi nella provincia di Salta, in grande vantaggio su Miguel Nanni, candidato del centrodestra fermo al 17,5 per cento. Saenz, che giunge al secondo mandato dopo quello iniziato nel 2019, non ha una collocazione precisa nello schieramento politico nazionale, avendo mosso i primi passi al fianco dell'attuale ministro dell'Economia, Sergio Massa, è considerato vicino al presidente Alberto Fernandez, ma collabora anche con personalità delle opposizioni conservatrici. L'affluenza è stata pari al 67,8 per cento degli aventi diritto. La provincia di Salta si trova nel settore nordoccidentale del Paese, e divide frontiera con Paraguay, Cile e Bolivia. Gran parte del territorio si trova in zona montagnosa o nell'altopiano: l'altitudine media è sopra i 1200 metri, mentre la cima più alta è il vulcano Llullaillaco, 6.739 metri sul livello del mare.
L'elezione a governatore si sarebbe dovuta celebrare anche nelle province di Tucuman e San Juan, ma a pochi giorni dall'apertura delle urne, accogliendo un ricorso dei candidati di centrodestra, la Corte suprema ha deciso di sospendere l'elezione a governatore e vice per verificare se i candidati avessero o meno infranto norme elettorali locali. In San Juan si è votato per eleggere sindaci e consigli municipali con netta vittoria del peronismo, ma in Tucuman le elezioni sono state sospese. Intanto la polemica politica resta, il presidente Fernandez ha accusato apertamente la Corte - i cui giudici sono stati nominati dall'ex presidente Mauricio Macri - di una "ingerenza" nel processo democratico.